Alla ricerca di una nuova essenza tecnologica, aspettando un'offerta fatta di servizi (davvero) evoluti per trasformare il cellulare in qualcosa che forse non esiste ancora: una plancia di comando nella quale la contaminazione tra musica, video, contatti personali e contenuti autoprodotti cresca sempre di più. Cellulare che sarà molto più banca, carrello della spesa, centrale di controllo di quei micropagamenti che forse modificheranno il mercato dell'editoria. Magari studiando una killer application che vada oltre la vecchiotta posta elettronica, nata quasi quarant'anni fa. Tutto rigorosamente cloud, senza più file residenti in memoria e senza rinunciare alle potenti foto-videocamere integrate.
Il mercato dei cellulari archivia un anno di tenuta: secondo Gartner le vendite sono scese "solo" dello 0,7%, contro una stima che si avvicinava a un più triste -4% e con i volumi che per l'anno nuovo dovrebbero tornare a correre al ritmo del 9-10 per cento. Le partite che si stanno giocando sulle caselle di questa scacchiera sono molte: s'inizia con la battaglia legale sui brevetti tra Nokia e Apple, lo scontro tra il primo produttore al mondo che incarna la storia della telefonia mobile e quella multinazionale dell'innovazione, guidata da Steve Jobs, che nel 2010 potrebbe stupire con un prodotto – il tanto vociferato iTablet – che forse mixerà in un unico oggetto le suggestioni di computer, cellulari, libri elettronici, iPod e tv. Il terzo incomodo sulla scena degli smartphone è Google, un'azienda che continua a volersi proporre "solo" come fornitore di tecnologia ma che in futuro potrebbe in realtà fare altre cose (l'editore, per esempio?). Intanto Google lancerà tra pochi mesi il primo cellulare con il suo marchio, nome in codice Nexus one. Perché la battaglia dei telefoni intelligenti è anche di piattaforme: Nokia con Symbian, l'iPhone con il suo software targato Cupertino, Google con Android e ovviamente Microsoft con Windows Mobile, che tra tutti forse è il sistema che sta soffrendo di più. E poi c'è la Rim, che produce il BlackBerry, sempre più insidiata e in parte superata dall'iPhone, due "religioni" diverse.
Tra i prodotti più interessanti, melafonino a parte (arriverà forse una nuova versione a giugno), c'è il BlackBerry Bold 9700 ideale per la posta elettronica, ma anche il Nokia N900, un "mattoncino" di potenza allo stato puro – in realtà pesa solo 180 grammi ma non brilla per design – che ha anche l'uscita video widescreen. Oppure uno dei Googlefonini più efficienti, l'Htc Hero, che unisce intelligentemente la comodità del trackball con lo schermo sensibile al tocco. Per riscrivere un mercato nel quale alzare la cornetta è proprio l'ultimo pensiero.